
Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente su scala globale e locale. La tecnologia sta accelerando molti processi organizzativi e sta disegnando un nuovo orizzonte di professioni. In anteprima per Alley Oop, In Tribe, società di ricerca e analisi dei big data, fornisce un’anticipazione dell’indagine sulle Professioni del Futuro 2019.
Quale sarà la Top Ten delle professioni maggiormente ricercate dalle aziende italiane nei prossimi 5 anni?
- Esperta/o di cybersecurity
- Esperta/o di blockchain
- Data scientist
- Esperta/o di Intelligenza artificiale e machine learning
- Esperta/o di meccatronica
- Esperta/o di IoT e Ubiquitous computing
- Esperta/o di user experience
- Esperta/o di realtà virtuale e aumentata
- Esperta/o di fog computing
- Growth hacker
E’ interessante notare che alcune di queste professioni nascono nelle startup per approdare poi nelle grandi organizzazioni: un esempio è la figura del growth hacker che ha il compito di massimizzare le vendite e far crescere l’azienda minimizzandone i costi. Altre professioni provengono da ambiti fortemente IT, come l’esperto di blockchain, fog computing e di cybersecurity e prevedono quindi un bagaglio di conoscenze fortemente tecnologiche. Ci sono professioni invece che rappresentano le evoluzioni di professioni più tradizionali come quelle legate al marketing: l’esperta/o di user experience è la persona che analizza l’esperienza complessiva del cliente per renderla il più possibile efficace e semplice cercando di integrare i diversi canali di vendita, sia fisici che online. Le tecnologie hanno permesso anche di raccogliere mole di dati sui consumatori e oggi più di prima è importante la figura del data scientist per interpretarli e leggerli in tantissimi ambiti.
Le tecnologie innovative permettono alle persone di trasformare processi, migliorare prodotti e servizi e valorizzare la qualità del lavoro. Senza le competenze necessarie si rischia di perdere competitività sia come singola persona, organizzazione ma anche come Paese perché il cambio tecnologico è anche un cambio culturale molto profondo.
Fonte: Il Sole 24 Ore