Come si fa ad emergere tra le mille candidature che i selezionatori ricevono ogni giorno per ciascun annuncio di lavoro?
Qual è il segreto per attirare l’attenzione di questi misteriosi personaggi chiamati Recruiters?
Per rispondere ai primi due interrogativi dobbiamo porci una terza domanda, forse la più importante:
dove cade l’occhio di chi riceve il nostro curriculum?
Il curriculum in genere viene visionato in un intervallo di tempo molto limitato. Il tempo medio dedicato a questa operazione va dai 30 secondi al minuto circa. Durante questa fase i Recruiters si focalizzano soprattutto sull’ultima esperienza professionale descritta. Questa sezione costituisce quindi a tutti gli effetti il cuore del nostro curriculum.
Da quando gli strumenti di grafica digitale hanno messo in discussione il format tradizionale del curriculum stanno emergendo modelli alternativi. Uno di questi è il modello “a day of my life” lanciato recentemente dal sito https://enhancv.com/ prendendo ad esempio il CV dell’ex CEO di Yahoo Marissa Mayer. Un modello in cui si dà rilevanza alla descrizione della propria giornata lavorativa tipo, in cui non ci si limita a citare il proprio ruolo e le mansioni svolte come un elenco piatto ma ci si racconta in modo completo, trasparente e accattivante utilizzando frasi capaci di raffigurarci e di dare di noi l’immagine del lavoratore che il datore di lavoro vorrebbe.
Per tornare alle domande iniziali, non esiste una regola o una risposta universale… Cerchiamo di raccontare le nostre esperienze lavorative in un’ottica di skills, tenendo conto che ogni competenza non può essere espressa e descritta se non in relazione ad episodi, esperienze e vissuti che ne hanno reso possibile l’acquisizione e la valorizzazione.