Inclusione e diversità: anche in Italia si sviluppa la figura del Diversity Manager

Inclusione e innovazione, un binomio che garantisce alle imprese migliori performance e maggiore competitività. Le diversità (di genere e orientamento sessuale, valori religiosi, appartenenze etniche, culture) sono uno stimolo per la crescita, strumenti di confronto, creatività e definizione di nuove idee, di migliore cultura d’impresa. Diversità e integrazione in ufficio? Una bella e stimolante realtà che vede le aziende italiane al top, con politiche di inclusione e percorsi di formazione che le mettono al primo posto in Europa.

I recenti dati della ricerca Top Employers Institute (marzo 2018) fotografano una realtà positiva, gratificante e un impegno sempre maggiore che coinvolge diverse fasce di dipendenti e spesso esce anche dalle mura aziendali. Inoltre i Brand che “includono” piacciono di più. Lo dimostra anche la ricerca presentata al Diversity Brand Summit. L’80% della popolazione italiana preferisce brand inclusivi, attenti alla diversità in senso ampio, in termini di orientamento sessuale, religione, etnia, età, genere, disabilità e status socio-economico. I brand che puntano sulla diversità sono più apprezzati dai consumatori, attirano più talenti e migliorano le performance economiche. E’ in questo quadro che si sta diffondendo sempre di più la figura del “Diversity Manager”.

Il Diversity Management non è certamente una teoria dei nostri giorni, nasce negli anni ottanta in America dove le aziende per prime cominciarono a porsi il problema della valorizzazione di una società sempre più multietnica, ma oggi più che mai si rivela una strategia vincente. Il Diversity Manager migliora le performance delle organizzazioni aziendali promuovendo l’inclusione nei luoghi di lavoro, proprio come il Disability Manager, ma lo fa a 360 gradi: abbattendo barriere e pregiudizi e ottimizzando le competenze dei lavoratori.

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Il progetto “Insieme per il lavoro”

 

Oggi, 20 dicembre, Lavoropiù ha partecipato a “Racconto d’insieme”, incontro rivolto a tutti gli attori del progetto INSIEME PER IL LAVORO.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Comune, Città Metropolitana e Arcidiocesi di Bologna: il network comprende aziende, associazioni, sindacati e settore non profit, così da diventare uno strumento efficace per un dialogo tra domanda e offerta di lavoro a Bologna.

Lavoropiù ha contribuito attivamente all’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate.

RASSEGNA STAMPA

Servizio TG Nettuno TV – 20 dicembre 2018

Lavoropiù consegna i primi due defibrillatori

Lavoropiù, rappresentata dal Presidente Ing. Tomaso Freddi e dal Direttore Marketing Matteo Naldi, ha consegnato i primi due defibrillatori alle palestre scolastiche dell’ I.T.C. Tanari e dell’Istituto Aldini Valeriani di Bologna alla presenza dell’Assessore Matteo Lepore.

Queste donazioni fanno parte del progetto “Bologna ci sta a cuore” un’importante iniziativa che ha l’obiettivo di rendere cardio-protette le palestre scolastiche bolognesi.

Crediamo tanto in questo progetto di welfare per il territorio bolognese che è assolutamente coerente con le tante iniziative che abbiamo intrapreso per la città, sia in ambito culturale sia in ambito sociale. Inoltre, si tratta di un progetto di importanza essenziale perchè riguarda la tutela della salute dei giovani e di tutti coloro che usufruiscono delle strutture sportive scolastiche di Bologna.

 

 

 

Rassegna Stampa

Servizio ètv

sassuolo2000.it

emiliaromagnamamma.it

Il Resto del Carlino – 19.12.18

Piano operativo per la sicurezza – Responsabilità del datore di lavoro

Non è usuale che il lavoratore legga il Piano Operativo di Sicurezza e che sia in grado di comprendere il significato del termine “elettrocuzione”.

 

Una recente sentenza della Cassazione, la numero 34805 del 23 luglio 2018, ha stabilito che “un lavoratore non formato, tanto più se straniero, non era usuale che leggesse il POS e neppure sarebbe stato in grado di comprendere il significato del termine ‘elettrocuzione’ “.

Nel caso concreto il dipendente di una impresa subappaltatrice e addetto alle opere di finitura esterna di prefabbricato era rimasto folgorato per effetto di un “arco voltaico ” creatosi da una linea elettrica che attraversava il cantiere a 8,5 metri dal suolo.  Il lavoratore si era posizionato su una piattaforma elevabile e si era avvicinato troppo alla linea elettrica (una distanza inferiore a 5 metri), tenendo fra le mani un ombrello per ripararsi dalla pioggia che con l’umidità aveva facilitato il passaggio della corrente elettrica e determinato la folgorazione.

Il lavoratore risultava essere non formato poiché non poteva certo dirsi che il datore di lavoro avesse ottemperato all’obbligo di informazione/formazione per il sol fatto che il POS prevedeva il “rischio di elettrocuzione” e rimandava alla lettura del manuale d’uso della piattaforma, ove era indicata la distanza di sicurezza di almeno 5 metri da eventuali cavi elettrici. Gli imputati avevano sostenuto che l’infortunato avesse avuto un comportamento esorbitante ma la Corte aveva statuito che il datore di lavoro, destinatario delle norme infortunistiche, esonerato da responsabilità solo quando il comportamento del  dipendente sia abnorme, dovendo definirsi tale il comportamento imprudente del lavoratore che sia stato posto in essere del tutto autonomamente ed in un ambito estraneo alle mansioni affidategli – e, pertanto, al di fuori di ogni prevedibilità per il datore di lavoro – ovvero rientri nelle mansioni che gli sono proprie ma sia consistito in qualcosa di radicalmente, ontologicamente, lontano dalle ipotizzabili e, quindi, prevedibili, imprudenti scelte del lavoratore nella esecuzione del lavoro (Cass. Sez.4, n.7188 del 10/1/2018).

I Giudici avevano affermato che l’operaio aveva posto in essere una condotta non estranea alle sue mansioni, che non gli era stata vietata né dal datore di lavoro né dal suo superiore, ed era anzi del tutto prevedibile. Infatti, era emerso che il giorno dell’infortunio pioveva e dunque non potevano essere finite le stuccature esterne, che dovevano essere ultimate già il giorno precedente. Il fatto che il dipendente, abituato ed abilitato dal suo datore di lavoro ad usare la piattaforma elevabile, fosse salito con la stessa lungo la parete dell’edificio ove avrebbe dovuto completare il lavoro, non configurava pertanto alcuna anomalia o imprevedibilità, tanto più che nessuno aveva mai istruito l’operaio in ordine alla pericolosità dell’utilizzo della piattaforma elevabile in prossimità di una linea dell’alta tensione, non disattivata, e, soprattutto, nessuno aveva mai predisposto cautele per evitare un eccessivo avvicinamento, né aveva mai fornito informazioni specifiche in ordine alla possibilità di venire folgorati anche senza toccare direttamente la linea elettrica ed alle condizioni nelle quali un tale pericolo si aggravava (per l’umidità dell’aria o per la presenza di strumenti conduttori come l’ombrello).

Quindi, il dipendente non aveva tenuto una condotta “esorbitante” o imprevedibilmente illogica, poiché non aveva toccato, neppure con l’ombrello, la linea elettrica, trovandosi distante da essa al momento dell’evento circa due metri e mezzo, ma non era in grado di percepire, per non averne ricevuto alcuna formazione, il pericolo dell’eventuale creazione di un “arco voltaico”, fenomeno che non rientrava certamente nelle normali conoscenze ed esperienze. In conclusione, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna per omicidio colposo del  datore di lavoro e del coordinatore per l’esecuzione dei lavori per non avere adeguatamente formato il lavoratore. In particolare, poiché privo di competenze tecniche e linguistiche, all’operaio non si poteva richiedere di leggere autonomamente il piano di sicurezza e il manuale d’uso del macchinario impiegato.

Convention Lavoropiù 2018

La Convention Lavoropiù 2018 è stata incredibile!

La Convention 2018 si è svolta Venerdì 14 Dicembre presso il PalaDozza di Bologna che per l’occasione è diventato il “palco” di Lavoropiù Masterclass.

Ospiti della serata il Master Of Communication Chicco Giuliani, il Master of Cooking Simone Salvini, il Master of Music Federico Poggipollini, il Master of Writing Filippo Venturi, il Master of Photography Eleonora Costi, gli Street Clerks e la Fortitudo Lavoropiù Bologna.

Lavoropiù ringrazia tutti i colleghi e gli ospiti per la calorosa partecipazione!

 

 

LinkedIn Spotlights – l’intelligenza artificiale a servizio dei recruiters

LinkedIn ha aggiornato Recruiter, lo strumento dedicato al mondo HR, con la nuova funzionalità Spotlights, basata sull’intelligenza artificiale. Grazie a Spotlights i responsabili della selezione del personale potranno restringere le proprie ricerche e individuare i candidati che hanno le maggiori probabilità di interagire con loro.

Spotlights sfrutta l’AI per mettere in ordine di priorità i possibili candidati da selezionare, in base a informazioni come il ruolo desiderato e la disponibilità a essere contattati da un recruiter. Elaborando le informazioni raccolte Spotlights suddivide i candidati in tre gruppi, focalizzandosi sulle differenti caratteristiche degli utenti. Il gruppo Open Candidates è formato da candidati che hanno condiviso i loro interessi di carriera e sono individuabili attraverso il gruppo “Aperto a nuove opportunità”.

Secondo le statistiche di LinkedIn, gli utenti che hanno attivato l’opzione Open Candidates sul loro profilo hanno il doppio di probabilità di rispondere ai messaggi InMail rispetto agli altri. Il gruppo Past Applicants identifica i talenti che hanno avviato, ma potrebbero non avere completato, una domanda di lavoro.

Questi professionisti sono spesso ancora interessati a quella posizione e hanno solitamente quattro volte più probabilità di rispondere a un messaggio InMail rispetto al resto degli utenti. Il terzo gruppo comprende i candidati con “maggiore probabilità di risposta/interazione con il Talent brand”.

Sulla base delle interazioni dei candidati su LinkedIn con le Career Page, i post o gli aggiornamenti delle aziende, vengono filtrati gli utenti con la maggiore probabilità di rispondere ai messaggi InMail del recruiter. Questo assicura un notevole risparmio di tempo: quando i responsabili della selezione del personale utilizzano i gruppi Spotlights insieme alle consuete opzioni di ricerca, ottengono il 64% in più di risposte InMail. Oltre a Spotlights, LinkedIn ha annunciato il lancio di “How You Match”, che misura le competenze degli iscritti rispetto all’esperienza richiesta, e “1-Click Apply”, che offre ai candidati la possibilità di candidarsi per un’offerta di lavoro con un solo clic.

La bambola Daruma e i legami con il Kaizen

Le bambole Daruma sono divenute nel corso del tempo uno dei souvenir più ricercati dai turisti. Ma cosa rappresentano? Le bambole Daruma, dette anche dharma, rappresentano Bodhidharma, il fondatore e primo patriarca dello Zen. La tradizione zen descrive Bodhidharma (daruma in giapponese) come una persona dall’aspetto severo, con una folta barba e uno sguardo sbarrato e penetrante.

Risultati immagini per BAMBOLE DARUMA

Le bambole Daruma dunque, sono figure votive giapponesi senza gambe né braccia, con un piccolo corpo tozzo e grazie al loro baricentro basso si raddrizzano da sole dopo essere state spinte da un lato. Per questo motivo, sono diventate per i giapponesi un simbolo di ottimismo, costanza e forte determinazione. Hanno un volto stilizzato da uomo con barba e baffi, ma gli occhi sono dei cerchi di colore bianco: la tradizione vuole che, usando dell’inchiostro nero, si disegni un solo occhio esprimendo un desiderio; solo se questo si realizzerà sarà possibile disegnare il secondo occhio. Solitamente sono fatte in legno o cartapesta e si possono trovare di varie dimensioni. Il colore più comune è il rosso, ma si possono trovare anche in altri colori, ogni colore ha il suo significato:

La bambola Daruma rappresenta uno strumento che può aiutarci a realizzare gli obiettivi, professionali o personali. Quando viene intrapreso un nuovo progetto viene colorata una pupilla della bambola, così la Daruma diventa un promemoria dell’obiettivo da raggiungere. Guardandola e trovandola priva di un occhio essa ci ricorderà del progetto che desideriamo realizzare. Quando il progetto sarà completato, potremo disegnare il secondo occhio. Pertanto la bambola Daruma è stata utilizzata da diversi sistemi di gestione del tempo (Time Management) per simboleggiare un obiettivo importante non ancora raggiunto. La bambola Daruma ci ricorda diversi concetti chiave del Kaizen, uno su tutti, mettere il cuore in tutto quello che facciamo. Solo perseguendo con costanza e determinazione il nostro obiettivo, potremo raggiungerlo. Dare sempre il massimo in quello che facciamo, senza perdere di vista il focus. La bambola cade e si rialza. È questa la vera forza dell’uomo. Riconoscere i propri errori e non abbattersi, ma rialzarsi e riprendere il cammino per raggiungere l’obiettivo.

 

Tenendo la bambola in un posto visibile, ci ricorda sempre che abbiamo un progetto in corso e ci dice di non mollare. Ecco, in cinque passi, come utilizzare la bambola Daruma:
Step 1: Decidi qual è l’obiettivo specifico che vuoi raggiungere con determinazione.
Step 2: Disegna uno dei due occhi bianchi della Daruma per simboleggiare il tuo impegno per il raggiungimento dell’obiettivo.
Step 3: Posiziona la Daruma in un posto visibile a casa o in ufficio in modo che ti tenga focalizzato sull’obiettivo, e per ricordarti di rimanere focalizzato.
Step 4: Quando hai raggiunto il tuo obiettivo, disegna il secondo occhio della Daruma in segno di ringraziamento.
Step 5: Congratulazioni! Scrivi l’obiettivo raggiunto sul retro della Daruma. Ora è tempo per il prossimo obiettivo con la tua nuova Daruma.
Con i suoi grandi occhi spalancati, la veste rossa che avvolge il corpo arrotondato ed il baricentro basso che gli consente di cadere sempre in piedi, il Daruma è un simbolo di ottimismo, di perseveranza e di quella forza interiore che spinge l’essere umano a cercare continuamente di superare se stesso nel raggiungimento degli obiettivi prefissati e dei desideri.

Lavoropiù è tra le ”Top500″ Aziende di Bologna e provincia

Il Resto del Carlino ha stilato la classifica delle “Top500” Aziende di Bologna e provincia sulla base del fatturato 2017. Lavoropiù, anche quest’anno, è tra le migliori Aziende bolognesi e si classifica tra le prime 100 imprese.

 

Lavoropiù partecipa a inFormiamoci

Lavoropiù ha partecipato al progetto inFormiamoci 2018, un’iniziativa  del Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale “Antonio Ruberti” dell’Università di Roma La Sapienza nata per favorire il contatto dei propri studenti magistrali con le più importanti aziende italiane e internazionali. Il Team Lavoropiù ha presentato agli studenti il progetto Lavoropiù on the Road e affrontato il tema delle soft skills e delle opportunità di carriera.

Lavoropiù partecipa a Job&Orienta di Verona

Dal 29 novembre al 1° dicembre si è svolto a Verona l’evento “Job&Orienta 2018”. 

L’appuntamento veronese è stato promosso da Verona Fiere e Regione del Veneto in collaborazione con MIUR e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
I nostri recruiters hanno incontrato numerosi laureati e neolaureati ai quali hanno illustrato le opportunità di carriera disponibili presso le migliori realtà aziendali del Veneto.