Viene chiamato IoT o “Internet of Things” (letteralmente, “Internet delle cose”), dal neologismo coniato nel 1999 da un ricercatore del MIT, Kevin Ashton. Si tratta dell’estensione di internet al mondo fisico, l’applicazione delle tecnologie digitali agli oggetti: questi, connettendosi ad Internet, creano una rete all’interno della quale trasmettono e ricevono dati. In questo modo diventano Smart Objects, oggetti intelligenti che comunicano tra loro e con il mondo esterno. Non c’è limite alla tipologia di oggetti che possono assumere un’identità elettronica “attiva”. Al contempo, anche le potenzialità dell’IoT sono infinite e possono tradursi in enormi opportunità di sviluppo e crescita economica.
A seconda dell’ambito di applicazione, si parla di:
Smart Home, Smart Building e Smart Metering (contatori intelligenti, domotica, videosorveglianza, sicurezza)
Smart City, Smart Mobility e Smart Car (monitoraggio di illuminazione e traffico)
Smart Manufacturing, Smart Agriculture e Smart Grid (catena di montaggio, sensoristica ambientale e territoriale, logistica e monitoraggio energetico)
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, la situazione in Italia nel 2015 è stata quella di un vero e proprio boom dell’IoT: la crescita delle sue applicazioni è stata del 30%, raggiungendo il valore di 2 miliardi di euro. I numeri maggiori sono stati registrati nei settori Smart Metering e Smart Asset Management (ossia la gestione in remoto per rilevare guasti e manomissioni), seguiti dalle Smart Car, con la presenza sul territorio italiano di 5,3 milioni di auto connesse, pari ad un settimo del totale di quelle circolanti.
Le previsioni su scala globale, riportate invece nell’Ericsson Mobility Report: On the pulse of the networked society, indicano un tasso medio di crescita annuale (2015 – 2021) del 23%: in pratica su un totale di 28 miliardi di device connessi entro il 2021, ben 16 miliardi saranno IoT. Già nel 2018, gli oggetti legati all’Internet of Things, che comprendono auto connesse, macchinari, contatori intelligenti, elettronica di consumo e così via, supereranno il numero di telefoni cellulari connessi alla rete.
Sarà l’Europa, soprattutto Occidentale, a guidare questo incremento con una crescita del 400% dei device entro i prossimi cinque anni. Crescita accelerata soprattutto grazie alla diminuzione dei costi dei prodotti, al diffondersi di nuove e innovative applicazioni e, a partire dal 2020, delle implementazioni su scala commerciale del 5G.
I segmenti di maggiore interesse saranno legati ai contatori intelligenti e alle auto connesse, in virtù dell’applicazione delle nuove norme sull’e-call approvate dal Parlamento europeo: entro il 31 marzo 2018 infatti, dovrà essere installato su tutti i modelli di autovetture e veicoli commerciali un sistema che effettua automaticamente una chiamata d’emergenza al 112 in caso di incidenti stradali gravi.
Secondo un rapporto della Commissione europea, il numero di connessioni IoT all’interno dell’UE 28 (stati) passerà nell’arco di sette anni (2013 – 2020) da 1,8 miliardi a quasi 6 miliardi, e il fatturato, che partiva da 307 miliardi di euro, arriverà tra quattro anni a superare i 1,100 miliardi di euro.