Lavoropiù SpA Vi augura buone vacanze
Work as you play Play as you work
Lavoropiù SpA Vi augura buone vacanze
Il giro di affari registrato dalle Agenzie per il Lavoro in Italia, nel solo 2014, è stato di 6,7 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2013. Un dato confortante che va di pari passo con il numero di posti di lavoro nati attraverso i loro servizi.
A renderlo noto è un’analisi del Cerved che prevede un andamento positivo anche per il 2015.
In particolare, tre settori dovrebbero farsi garanti della ripresa: industria (+9,7%), terziario (+7,1%) e pubblica amministrazione (+4,4%).
Da inizio 2015 il lavoro somministrato procede a ritmi sostenuti fiutando, quindi, meglio di altri i primi spiragli di miglioramento.
Nel primo trimestre, stando ai dati di Assolavoro, i lavoratori occupati tramite Agenzie sono 291.241, il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
Aumentano le ore lavorate, che ammontano a 33,2 milioni, in crescita del 21%, e aumentano anche le retribuzioni del 18,6%.
A trainare la crescita c’è la Lombardia, stimolata da Expo 2015, con un afflusso di domande record superiore del 32% rispetto al 2014.
Lavoropiù SpA informa che nella sezione LEGISLAZIONE sul sito lavoropiu.it sono stati inseriti gli ultimi decreti del Jobs Act n.80 e n.81.
Vi ricordiamo che il personale specializzato di Lavoropiù è sempre a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti.
Innanzitutto il consueto punto sugli scatti economici intervenuti di recente:
Per quanto riguarda invece i rinnovi contrattuali il focus è tutto sul recente e tanto agognato rinnovo del contratto del terziario e servizi.
Leggi l’articolo a cura della Redazione di Informapiù – House Organ Lavoropiù SpA
I dati di gennaio sul mercato del lavoro in Veneto, elaborati dall’Osservatorio di Veneto Lavoro, confermavano un certo dinamismo tra le aziende venete: un significativo +18% di nuovi contratti a tempo indeterminato rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Ma sono i dati di febbraio a costituire una autentica sorpresa, con 9.709 assunzioni indeterminate, il 45% in piu rispetto a febbraio 2014.
I dati del monitoraggio di Veneto Lavoro evidenziano anche altri trend importanti, tutti riconducibili agli effetti del Jobs Act: la continua crescita tendenziale delle assunzioni con contratti a tempo determinato (+11% a gennaio; +5% a febbraio); la forte crescita delle proroghe (+38% a gennaio, + 47% a febbraio); la flessione del ricorso all’apprendistato, a conferma della crisi di questo strumento, che si e rivelato svantaggioso rispetto ai contratti a termine e ai tirocini.
Fashionpiù, la Divisione Moda di Lavoropiù, si è trasferita nel nuovo ufficio in Via Indipendenza 74 – 40121 Bologna.
Fashionpiù è la squadra dedicata alla ricerca e selezione di profili specializzati nel campo della moda ed è in grado di individuare e selezionare profili specializzati in area progettazione, sviluppo, produzione, commercializzazione e vendita di prodotti fashion.
Il nuovo ufficio svolgerà attività di ricerca e selezione, consulenza aziendale e supporto alle aziende del settore moda.
I riferimenti di filiale sono:
Tel. 051 4212816 Fax. 051 4212899
Email: fashion@lavoropiu.it
Lupi e api hanno qualcosa da insegnarci – “Appartenere a un gruppo” è una delle esigenze basilari dell’essere umano. Nel mondo animale questo forte senso di appartenenza e organizzazione sociale lo ritroviamo sia nei lupi sia nelle api. Forse, ci fanno così paura perchè sono molto simili a noi?
Spesso le paure sono causate da luoghi comuni, da ricordi sfuocati o dall’ignoranza.
Spesso abbiamo terrore di un animale con un carattere selvaggio, perchè vediamo in lui un aspetto crudele, pulsioni irrefrenabili tali da spingerlo ad attentare alla vita degli uomini e a minacciarne l’incolumità.
Solitamente, fin da bambini, il lupo viene considerato un animale feroce e pericoloso di cui tutti hanno paura.
Tra le fiabe italiane, celeberrima è la fiaba di Cappuccetto Rosso.
Al bambino la favola insegna che c’è un lupo cattivo e pericoloso che divora Cappuccetto Rosso e la sua nonna. In altre fiabe inganna i piccoli capretti e li inghiotte, nonostante le raccomandazioni della mamma di non aprire a nessuno.
Cosa abbiamo in comune con il lupo?
Il lupo è un animale molto sensibile e intelligente. Un animale che si prende cura dei suoi cuccioli, protegge la sua famiglia e ha bisogno di essere parte di qualcosa: il branco.
Infatti, proprio come l’uomo, questi animali occupano vaste aree del territorio, vivono in branchi con strutture sociali e hanno un’incredibile capacità di adattamento.
Una delle loro caratteristiche principali, che si denota anche negli esseri umani, è l’alto grado di organizzazione sociale.
I branchi sono in genere delle unità familiari all’interno delle quali esiste una gerarchia ben definita, una gerarchia di tipo piramidale, al cui vertice troviamo un maschio e una femmina dominanti, detti Alfa, che ribadiscono la propria leadership determinando l’inizio di molte attività primarie del branco quali la caccia, la difesa del territorio e gli spostamenti.
Nel branco ogni lupo ha un ruolo ben preciso: gli Alfa comandano tutto il gruppo, i Beta comandano i lupi di medio rango e poi c’è un lupo particolare: il lupo cosiddetto Omega.
Il lupo Omega viene considerato da tutti l’esemplare un po’ più “tonto” degli altri, però, per gli scienziati ricopre un ruolo importantissimo.
Il lupo Omega tende ad invogliare al gioco e cerca di stemperare i conflitti all’interno del branco subendo anche vere e proprie crudeltà da parte dei compagni. Il lupo Omega, però, accetta e subisce i dispetti senza reagire, solo per poter stare in gruppo e far sopravvivere così il branco.
La sua unica alternativa sarebbe andarsene e cercare avventura in un altro branco, ma sono episodi molto rari, perché il lupo ha un fortissimo senso di appartenenza al proprio gruppo.
Nel mondo animale questo forte senso di appartenenza e organizzazione sociale lo ritroviamo anche nelle api.
Le api sono gli insetti sociali per eccellenza, vivono in comunità numerose e organizzate, in cui tutti i membri si adoperano per un fine comune.
Esse hanno un unico obiettivo comune e agiscono in funzione di questo per il bene dell’intero gruppo (senso di appartenenza). Sono insetti molto laboriosi, ogni ape è disposta, senza esitazione, a dare la propria vita per difendere la collettività.
La loro società è divisa in tre caste: la regina, le operaie e le api fucaiole. Ognuna con una propria importante funzione altamente specializzata.
L’alveare, del resto, è l’immagine della società almeno tanto quanto la società è l’immagine dell’alveare.
“Appartenere a un gruppo” è una delle esigenze basilari dell’essere umano.
L’appartenenza non è tanto un fatto amministrativo (“sono dipendente dell’azienda…”) ma un fattore emotivo e psicologico.
Non possiamo imporre a nessuno di “appartenere”. Possiamo solo creare le premesse affinché qualcuno possa sentirsi appartenente a un qualcosa e quando c’è senso di appartenenza, c’è impegno, identificazione, ricerca di fare meglio, soddisfazione, comunicazione aperta, presa in carica, coinvolgimento emotivo.
Ufficio marketing: Come hai detto fino adesso, sia nelle api sia nei lupi l’individualità passa in secondo piano. Il sacrificio per il gruppo nella società di oggi, che si tratti di un contesto lavorativo o di un contesto sociale, non è però così scontato, anzi.
Oggi, la società è individualista, ad esempio nel lavoro ognuno pensa alla propria carriera… esiste ovviamente il lavoro di squadra ma i lupi e le api sono utopia.
Fabio: Non sono del tutto d’accordo. Oggi, la mia carriera esiste perché durante il mio percorso lavorativo mi è capitato, più volte, di aver avuto bisogno del sostegno dei miei colleghi. Il gioco di squadra mi è servito per arrivare fino a qua.
Ufficio marketing: Certo, prima o poi nella vita arriva il momento in cui devi fare affidamento sugli altri. Però convieni che la società di oggi è individualista? Credo che il discorso del sacrificio possa valere in un contesto familiare. Il genitore si sacrifica per un figlio, un fratello si sacrifica per la sorella. In un gruppo di amici, o addirittura tra colleghi di lavoro, è un’aspirazione veramente alta quella del lupo Omega che accetta di subire angherie.
Oggi, infatti, uno dei più grandi problemi che la società moderna deve affrontare, consiste nella perdita del senso di comunità che conduce gli individui all’alienazione, al disimpegno nei confronti del sociale e alla frammentazione dell’integrità morale.
Fabio: Ovviamente la società in cui viviamo non è minimamente paragonabile a un branco di lupi selvaggi o ad un alveare, e sono d’accordo con l’idea che sia molto più facile essere individualisti in un contesto lavorativo.
Credo, però, che più vivo è il senso di appartenenza ad un’azienda, più la sentiamo nostra, più ci diamo da fare per la sua prosperità, più il nostro agire si allinea alle sue esigenze.
Ecco perché per ogni azienda e organizzazione, così come per qualsiasi altra entità, è importantissimo fare gruppo e creare questo forte senso di appartenenza.
La cosa fondamentale da imparare dalle api e dai lupi è che la ripicca non esiste. Esiste il confronto costruttivo, ma il duello è inutile, non conviene rovinarci tra di noi che facciamo parte della stessa squadra.
Sicuramente, poi, si fa fatica a ragionare in gruppo perché gli obiettivi sono molto più sfuocati…
Ufficio marketing: Cioè?
Fabio: La fatica che riscontriamo nel lavorare in gruppo è data dal fatto che i nostri obiettivi diventano più sfuocati.
Con ciò intendo dire che un dipendente singolo di un’azienda fa meno fatica a pensare solamente a sé stesso. Il punto di forza di una società, come Lavoropiù ad esempio, è “Dove vogliamo arrivare insieme?”
Qui subentra anche la figura del leader: nei lupi è la coppia Alfa e nelle api l’ape regina.
L’efficienza e la morale del gruppo sono strettamente connesse al modo in cui viene esercitata la funzione di controllo del capo.
Ogni singolo individuo, appartenente a un branco, a un alveare o a un’azienda, sa benissimo quali compiti deve svolgere giornalmente per il bene della comunità, perché è in grado di vedere solamente gli obiettivi a breve termine.
Il capo, invece, citando un verso della canzone “Il dirigente” del nostro collega Riccardo, ha “… il collo lungo come una giraffa”. Il capo è colui che ha il collo lungo come una giraffa perché è l’unico in grado di vedere gli obiettivi a lungo termine e deve essere la guida dei suoi collaboratori.
Dico guida per un valido motivo.
Il leader, se intelligente e saggio, non impone nulla con la forza, ma agisce nei confronti del gruppo in modo che siano i membri stessi a scegliere autonomamente di seguirlo e ascoltarlo.
Dal momento in cui ottiene la fiducia e la stima dei suoi collaboratori, il leader non ha bisogno di impartire e dare ordini, ma semplicemente di dare istruzioni, che possono comunque essere messe in discussione, criticate o migliorate, grazie al contributo del team che, interagendo in modo sinergico con il leader stesso, è in grado di fornire le soluzioni migliori ai problemi che si incontrano lungo la strada.
Sanipiù Bologna è operativa nella nuova sede in Via Indipendenza 74 nel cuore di Bologna.
I nuovi uffici sono più ampi, moderni, accoglienti e situati in una posizione strategica: vicino alla Sede Legale e Direzionale, poco distanti dalla stazione e collocati nel cuore del centro storico.
Attraverso il marchio Sanipiù, presente anche a Torino, Firenze e Fiorano Modenese (MO), Lavoropiù affianca le strutture sanitarie della zona nella ricerca e selezione di profili troppo spesso di difficile reperimento.
I riferimenti di filiale sono:
Tel. 051 564401
Fax. 051 0353162
Email: sanita@lavoropiu.it
Gli elementi che stanno alla base del nuovo progetto “Nato in Toscana-Born in Tuscany” sono la trasparenza e l’informazione sulla produzione agroalimentare. Nasce cosi una banca dati, a disposizione del consumatore e non solo, su tutta l’offerta dei prodotti agroalimentari toscani con lo scopo di fornire informazioni sulla loro provenienza e modalità di produzione.
Il produttore che decide di aderire rilascia una dichiarazione volontaria per descrivere la composizione, l’origine delle materie prime e il processo produttivo, con un’attenzione particolare agli elementi che contraddistinguono il prodotto, creando cosi una sorta di carta di identità.
Il sito internet natointoscana.it gestirà automaticamente la dichiarazione. Ad ogni scheda di prodotto viene assegnato un QR code che rimanda all’indirizzo internet della pagina che lo descrive: basta un’app gratuita di decodifica per leggerlo. Il QR code puo essere stampato dal produttore sull’etichetta del prodotto oppure può essere inserito da ristoratori e botteghe nei propri menu, nelle etichette degli scaffali oppure in volantini ed espositori.
Il 25 giugno 2015 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n.81 sulla disciplina organica dei contratti di lavoro e sulla revisione della disciplina delle mansioni.
Tra le novità più rilevanti, l’abrogazione delle disposizioni contenute nel D.Lgs. n.276/2003 sul contratto a progetto che non potrà più essere stipulato dopo l’entrata in vigore del decreto. Le collaborazioni rientreranno nella disciplina pre legge Biagi.
Restano legittime le collaborazioni disciplinate dalla contrattazione collettiva nazionale, quelle che si riferiscono ad attività svolte da professionisti iscritti all’albo, quelle rese dai componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società, prestazioni rese da società sportive.
Viene introdotta una presunzione relativa di subordinazione: a partire dal 1°gennaio 2016 le collaborazioni costituite da prestazioni esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento a tempi e luoghi di lavoro, dovranno essere assoggettate alla disciplina sul lavoro subordinato.
In tema di somministrazione di lavoro, sono state accolte le osservazioni delle commissioni parlamentari: l’impiego di lavoratori a fronte di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, diventata acausale, non potrà superare il 20% del personale con rapporto a tempo indeterminato in forza al 1°gennaio dell’anno di stipula del contratto di staff leasing, salvo diversa previsione dei contratti collettivi.
Si è concluso il tour LiveKom015 di Vasco Rossi.
L’avventura di Vasco si chiude dopo 14 date dal sud al nord Italia.
Grazie alla partnership con ERMESS, società di consulenza strategica, Lavoropiù SpA ha sponsorizzato alcune tappe del tour.
Firenze, Milano e Bologna sono le città che Lavoropiù ha scelto per offrire ai suoi migliori clienti biglietti esclusivi dei concerti e per far vivere loro emozioni uniche che solo Vasco Rossi riesce a regalare.
Guarda tutte le foto e i momenti più belli di Lavoropiù SpA al LiveKom015. Clicca qui
Dati positivi dalla Coldiretti Piemonte: boom di nuovi occupati in agricoltura, cresciuti del 7,1% a livello nazionale nell’ultimo trimestre del 2014 e in Piemonte il dato è ulteriormente positivo perché la quota dei giovani tra i nuovi ingressi supera il 30%.
Complessivamente, in Piemonte, i dipendenti agricoli under 35 rappresentano il 28,4% del totale ed i titolari di impresa sotto i 40 anni sono il 10,3%. Un trend confermato anche dalla crescente attenzione dei giovani per il mondo agricolo. Gli iscritti agli istituti agrari sono aumentati del 39% e secondo un sondaggio di Coldiretti il 57% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto di ottenere un posto da impiegato in banca o lavorare in una multinazionale.
Nelle campagne piemontesi c’è l’obiettivo di far crescere l’export e affermare nel mondo il Made in Italy, agricolo ed alimentare, ancor più cogliendo le opportunità che possono arrivare da Expo.
In evidenza:
“Nuovi contratti: +178 mila, solo 31mila fissi“
“Vino, primo trimestre 2015 positivo”
“Unioncamere: 83mila posti di lavoro in più entro giugno nelle imprese private”
Prevedere l’esito di un raccolto, migliorare la resa di un terreno, far crescere la qualità degli alimenti e proteggerli da condizioni climatiche avverse sono solo alcuni dei fondamentali cambiamenti generati dall’innesto di uno dei settori che è maggiormente in fermento e orientato al futuro, la tecnologia, in un ambito come quello agricolo.
Non a caso il nodo centrale di Expo 2015 è “nutrire il pianeta“. Se il cibo rappresenta l’energia per la vita, l’innovazione rappresenta il carburante naturale che può rinverdire l’agricoltura, permettendole di sbocciare di nuovo, in modo ancora più semplice ed efficiente.
Wired e Ibm, in collaborazione con Coldiretti hanno dato vita al progetto Agrinnova, l’iniziativa che si occuperà di mappare sul territorio italiano l’uso delle soluzioni tecnologiche applicate all’agricoltura e misurare il tasso di innovazione del settore. Le informazioni raccolte, quantitativamente e qualitativamente (attraverso un questionario online), verranno passate al setaccio da Big Data e analytics (l’analisi dei dati è a cura di Voices from the Blogs), al fine di sottolineare le eccellenze ed evidenziare le criticità di un’industria vitale per il nostro Paese, proprio come gli alimenti sani lo sono per le persone.
Il digitale insomma scende in campo, o meglio, nei campi, per dar il suo contributo a tematiche come sicurezza alimentare, gestione degli sprechi e salvaguardia delle acque.
Per questo i dati raccolti da Agrinnova verranno poi inseriti, alla fine di Expo, in un documento completo e dettagliato. Un prontuario da tenere a portata di mano in un settore in cui l’Italia è leader e sarebbe un peccato non rimanesse tale.
Dai dati di sintesi emersi da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat, si evince che nel mondo si mangia sempre più lombardo.
Dalla regione Lombardia 4 miliardi di export in prodotti alimentari nei primi nove mesi del 2014 (+6% in un anno).
I primi mercati attirati dall’alimentare lombardo sono: Francia, Germania, USA, UK, Olanda, Belgio, Spagna. Uscendo da Europa e Stati Uniti, il primo su tutti è quello giapponese.
Tra i principali prodotti dell’export lombardo ci sono, con circa un quinto del totale, latte e formaggi e altri prodotti alimentari, ma anche carni, prodotti da forno e prodotti agricoli con circa un decimo ogni settore. Milano ha esportato 1.2 miliardi, Brescia, Bergamo, Mantova e Pavia circa 400 milioni. Più legata delle altre province all’Europa Pavia (95% dell’export), all’Africa Sondrio (5%), all’America Milano (22%), all’Asia Como (12,6%), all’Oceania Varese (4%).
Il 7 marzo è entrato in vigore il Decreto legislativo n. 23/2015 sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge delega n. 183 del 2014. Tale decreto incide sulle regole dei licenziamenti illegittimi. A poco meno di tre anni dalla cosiddetta “Legge Fornero” viene modificato di nuovo l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
I rapporti di lavoro a tempo indeterminato instaurati a partire dal 7 marzo soggiaciono alla nuova disciplina.
Per diverso tempo nella medesima azienda permarranno lavoratori che, assunti prima del 7 marzo 2015, continueranno ad avere a loro favore le vecchie regole in caso di licenziamento illegittimo, a fianco di altri lavoratori con rapporto di lavoro a tempo indeterminato “a tutele crescenti”.
Rispetto alla precedente disciplina, il decreto restringe la discrezionalità dei giudici nella valutazione dei licenziamenti che possono dare luogo alla reintegra e consente ai datori di lavoro di quantificare, in misura certa, le conseguenze economiche di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo e per motivi disciplinari dichiarato illegittimo. In tali casi la regola è l’indennizzo economico piuttosto che la reintegra nel posto di lavoro.
Il decreto introduce inoltre una procedura di offerta conciliativa presso le “sedi protette” con lo scopo di evitare il contenzioso.
Prima di passare all’analisi delle singole disposizioni, vale la pena di ricordare che il decreto n. 23 si applica a tutte le aziende, con alcune differenze in riferimento alle aziende che impiegano fino a 15 dipendenti (nella stessa sede o nello stesso comune). La differenza più marcata riguarda la misura dell’indennizzo in caso di licenziamento dichiarato illegittimo, più contenuto per le aziende fino a 15 dipendenti.
La reintegrazione nel posto di lavoro a seguito di licenziamento può essere disposta da un giudice nelle seguente ipotesi e per tutti i datori di lavoro, senza distinzioni dimensionali:
Quando un licenziamento può essere dichiarato discriminatorio da un giudice?
Il licenziamento discriminatorio è quello intimato per ragioni sindacali, politiche, razziali, sessuali, di credo religioso, maternità, stato matrimoniale, handicap, età.
Il lavoratore, in alternativa alla reintegra, può optare per un indennizzo pari a 15 mensilità dell’ultima retribuzione utile per il calcolo del tfr. Il datore di lavoro viene condannato al risarcimento del danno pari alla retribuzione persa con un minimo di 5 mensilità, salvo l’aliunde perceptum (retribuzione percepita altrove) ed al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dal licenziamento alla sentenza del giudice.
Possibile che un licenziamento formalmente indicato come per giustificato motivo oggettivo o disciplinare mascheri una discriminazione a danno di determinati lavoratori, per le ragioni sopra esposte. Anche in tali casi il giudice può decidere per la reintegra.
Per le aziende sopra i 15 dipendenti esiste un’ulteriore ipotesi che può dare luogo ad una pronuncia di reintegrazione da parte del giudice: qualora il licenziamento disciplinare si fondi su un fatto materiale riconosciuto insussistente.
In questo caso il Giudice dispone, oltre alla reintegrazione, un risarcimento del danno pari alla retribuzione persa, salvo l’aliunde perceptum, fino ad un massimo di 12 mensilità ed il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dal licenziamento alla reintegrazione.
Per le ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, giusta causa e giustificato motivo soggettivo, in caso il giudice ravvisi un licenziamento illegittimo condanna il datore di lavoro ad un indennizzo, non soggetto a contribuzione, pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione per il calcolo del tfr, per ciascun anno di anzianità, con un minimo di 4 e fino ad un massimo di 24 mensilità.
Per le aziende fino a 15 dipendenti l’indennizzo è pari ad una mensilità per anno di servizio, con un minimo di 2 e fino ad un massimo di 6 mensilità.
In caso di vizi di procedura del licenziamento trova luogo un indennizzo decontribuito pari a 1 mensilità dell’ultima retribuzione per il calcolo del tfr, per ogni anno di anzianità di servizio, con un minimo di 2 e fino ad un massimo di 12 mensilità.
Per le aziende fino a 15 dipendenti l’indennizzo è pari a 0.5 mensilità per anno di anzianità, con un minimo di 1 ed un massimo di 6 mensilità.
Il decreto introduce la possibilità, entro 60 giorni dal licenziamento, per il datore di lavoro di fare l’offerta conciliativa, consistente nell’erogazione di una somma pari ad una mensilità per anno di anzianità, con un minimo di 1 e fino ad un massimo di 18 mensilità dell’ultima retribuzione per il calcolo del tfr. Tale somma è detassata e decontribuita e potrebbe convincere il lavoratore a desistere dall’instaurare un contenzioso. Le eventuali ulteriori somme offerte dal datore di lavoro sono soggette ad Irpef.
In caso di rifiuto dell’offerta, trovano applicazione le conseguenze sopra esposte a seguito dell’instaurazione di una causa civile. In caso di accettazione, la conciliazione deve essere sottoscritta in sede sindacale o presso una commissione di certificazione o presso una commissione in direzione territoriale del lavoro e costituisce rinuncia all’impugnazione, con estinzione del rapporto di lavoro.
Il decreto legislativo n. 23/2015 si applica anche ai licenziamenti collettivi.
Dal punto di vista soggettivo, il decreto si applica ai licenziamenti illegittimi nei confronti di operai, impiegati e quadri del settore privato.
Nei primi quattro mesi del 2015, mesi nei quali è stato introdotto il Jobs Act, le assunzioni a tempo indeterminato nel mercato del lavoro emiliano romagnolo hanno registrato un incremento del 47,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A certificarlo è l’Inps nel suo ultimo report curato dall’Osservatorio sul precariato.
Il 61% delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato usufruisce dell’esonero contributivo triennale introdotto dalla Legge di Stabilità del 2015 e, probabilmente grazie a questo, l’aumento delle assunzioni nel primo quadrimestre dell’anno è stato di 14.419 unità. Se nel 2014, da gennaio ad aprile, i contratti a tempo indeterminato sono stati 30.233, nell’anno in corso sono saliti fino a quota 44.652.
Prima dell’Emilia Romagna si collocano il Friuli-Venezia Giulia con un +75,3% di nuove assunzioni, l’Umbria (+59,4%), le Marche (+50,6%) e il Piemonte (+48,3%).
Subito dietro invece il Trentino Alto Adige, con un +41,1%, Veneto, Liguria, Sardegna, Lombardia e Toscana (ferma, si fa per dire, a +34,6%).